C’è un posto
dove la crudeltà
si chiama coraggio,
dove uccidere
vuol dire imparare,
dove la malvagità
non deve più nascondersi.
C’è un posto
dove più violento
è il cuore
più forte è l’uomo,
dove più si affonda
la lama
più si accresce
l’onore,
dove più si dimentica
la pietà
più si esalta il valore.
C’è un posto
dove la vergogna
non esiste,
dove la coscienza
non fa più paura,
dove gli incubi
sono realtà.
E’ una baia
una baia rossa
rossa
come il sangue
delle sue acque.
6.8.10
La baia a cui si riferisce la poesia è, stando alle notizie in mio possesso, una
baia in una nazione europea, dove regolarmente si svolge una cerimonia di
passaggio all’età adulta. Il rito di iniziazione ha il suo culmine nell’uccisione a
colpi di coltello o di uncino di mammiferi marini attirati nella baia per essere
poi massacrati. Ho scritto all’ambasciata di questa nazione a Roma perché non
volevo credere che un Paese tra i più civili al mondo permettesse un tale scempio,
comprensibile in tempi antichi, in cui dover combattere era purtroppo necessario
per non soccombere. Non ho ricevuto alcuna risposta.
Nessun Paese al mondo, forse, è estraneo a tali mattanze. La mia speranza è
che un giorno gli animali siano uccisi solo a scopo di nutrimento e con metodi
incruenti.