Dalle alte sponde
mi sporgevo a guardarlo
e il fiume
che da mezzomonte a valle
placido scendeva,
al mio apparire
contento salutava.
“Scappa, Signor fiume,
ché oggi ti prendo.”
E correvo, correvo
a rincorrere le onde
e gli animali divertiti
riempivano i suoi cigli.
Il mare aspettava
il vincitore del giorno.
“Scappa pure, Signor fiume,
ma per primo arriverò.”
Il sole guardava
chiamando le nuvole
per regalarmi un po' d'ombra,
il vento soffiava
per donarmi frescura
e il fiume stesso,
che mi amava,
spruzzava acqua
sui suoi sassi
e su di me ricadeva.
Un ragazzo e un fiume
che gareggiavano giocando
per poi fermarsi vicino al mare
e riposarsi
sino alla sera.
Dalle alte sponde
ora mi sporgo a guardarlo.
“Siamo invecchiati,
Signor fiume.
Sono sporche le tue acque
e intorno a te
tutto è cambiato.
Non sono più quel ragazzo
e dentro di me
sono tante le ferite.”
Lungo il fiume
adesso cammino
e contento mi saluta,
poi mi fermo
e lui mi guarda
sino alla sera.
28. 2. '15