Di voluta stanchezza
il mio corpo avvolto
e cosciente torpore
la mia mente oscurata,
dormo,
a non volermi svegliare
e sono sveglio,
a non voler dormire.
Un buco nero m’attraversa
e la mia allegria ferisce,
infinita,
la tristezza m’avvolge
e immobile,
il mio corpo s’impigrisce.
Disteso,
a voler toccare il nulla
e come è dolce questo amaro
che vischioso mi ricopre.
Piango,
senza lacrime,
e urlo,
stando zitto,
e allo stesso modo
ogni cosa s’inaridisce.
Dondolio funesto
se si protrae nel tempo,
a quietar le brame
di cui la vita è ricca,
e in tal pensiero assorto
la mia inquietudine aumenta.
24.1.99