(a mio nipote Riccardo)
Vola
dalla testa del bambino
il cappellino
tanto amato
e dalla barca,
che veloce corre,
il vento
lontano
lo spinge.
Grande
il suo disappunto,
triste
il suo sguardo
e dolorose
quelle lacrime
che i dolci occhi
bagnano.
Perduto per sempre
e in silenzio
il suo piccolo cuore
si dispera.
Ma agli adulti
non sfugge
il dolore di un bimbo
e seppur veloce
la barca rallenta,
poi gira
e ognuno cerca
perché neppure un tesoro
varrebbe tanto.
Dapprima incredulo,
quando capisce
il suo sorriso
offusca il sole
finché la speranza
lascia il posto
alla gioia
e avremmo prosciugato
il mare
per rivederlo felice.
19.8.'11
Protagonista di questo episodio è mio nipote Riccardo, figlio primogenito di Marinella, mia sorella.
Oggi siamo andati con Silvio, mio fratello, e con la sua famiglia sulla sua barca, tutti noi e i bambini.
Riccardo ha dieci anni ed è di una sensibilità straordinaria. Ha comprato quel cappellino a Mirabilandia, lo aveva scelto lui e l'ha portato in gita sulla barca. Dopo che il cappellino è caduto in mare, lui non ha detto niente, ha cominciato a essere triste e stava quasi per piangere. Mi sono accorto del cappellino perché l'ho visto volare via e ho subito capito la grande importanza che aveva per lui. Ho riferito il fatto a Silvio, che guidava la barca, il quale immediatamente, di sua iniziativa, ha rallentato e ha virato. Grande è stata la gioia di tutti noi per averlo ritrovato.
“E avremmo prosciugato
il mare
per rivederlo felice”.